Dopo Nagasaki. Paolo Takashi Nagai, una vita per la pace

    “Noi dovremmo trasformare la nostra vita in poesia. Dobbiamo scavare sotto la superficie delle cose, cercare la bellezza nascosta che è dappertutto e scoprire la gloria del creato che è intorno a noi. Allora ogni giorno diventerà poesia.” 

    Takashi Paolo Nagai

    All’interno della cornice del LongLake Festival Lugano si terrà un incontro di presentazione della figura del medico radiologo Paolo Takashi Nagai (1908-1951) medico radiologo a Nagasaki prima e dopo la tragedia della bomba atomica. Ne parlerà la dott.ssa Paola Marenco, ematologa e vicepresidente di Medicina e persona.

    Nagai nasce nella millenaria tradizione giapponese Shintoista e Buddista e nel contesto di una famiglia di medici.  Studiando medicina la posizione positivista, in un orizzonte ateistico alla maniera occidentale, sembra alla sua ragione l’unica possibile, fino a quando gli occhi della madre morente gli riaprono prepotente la domanda su ciò che di noi non muore. Vero scienziato, decide di verificare quella risposta che vede vivere da quei Cristiani che vanno in quella grande chiesa che lo ha sempre un po’ infastidito. Dopo l’incontro con Midori, sua futura moglie, e la preziosa tradizione dei cristiani in Giappone, chiede il battesimo che fa di lui una creatura completamente rinnovata capace di guardare a quello che accade, anche di tragico, con una speranza completamente nuova. Dopo la seconda bomba atomica, quella sganciata su Nagasaki, decide di tornare a vivere nel quartiere Urakami distrutto, benché già malato di leucemia a causa del suo lavoro di radiologo. E lì fino alla fine incontra persone provenienti da tutto il Giappone e dal mondo, che trovano in lui conforto e speranza e scrive libri i cui proventi vengono devoluti alla ricostruzione dei luoghi a lui più cari: la chiesa, l’ospedale, la scuola, l’orfanotrofio e la biblioteca.

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