Presentazione del libro di Gianni Mereghetti e Gian Corrado Peluso, Ed. Itaca
Andrea Aziani nasce ad Abbiategrasso il 16 gennaio 1953. Fin dall’adolescenza rivela un’indole appassionata a tutto, segno di quella tensione alla totalità che lo porterà a entrare nell’Associazione laicale dei Memores Domini e a dare tutta la vita perché Cristo fosse conosciuto, abbracciato e amato fino ai confini del mondo: a Siena nel tempo della giovinezza, poi a Firenze e in Perù negli anni della maturità, dove si dedicherà all’insegnamento, aderendo in seguito al progetto del vescovo di Lima di aprire l’Università Cattolica Sedes Sapientiae.
Attraverso le lettere agli amici e il racconto di quanti lo hanno conosciuto, il libro fa emergere la sua “febbre di vita” che scaturiva dall’immedesimazione con Cristo e dalla commozione per il destino e la felicità degli uomini. Tanti bambini, giovani e famiglie, specie negli anni vissuti in Perù, hanno sperimentato la sua paternità.
Con queste parole lo ricorda il filosofo Massimo Borghesi: instancabile dall’alba al tramonto, umile, discreto, appassionato, attento, essenziale nei bisogni, sempre pronto a farsi tutto a tutti. “Perché Andrea era fatto così: non si limitava alla forma o ai risultati, ma era attento alle persone, alla loro umanità”. “Alle virtù va aggiunta la sua profonda passione intellettuale, la sua curiosità legata al pathos educativo di comunicare adeguatamente il vero ai suoi studenti”.
Nel 2016, ad otto anni dalla sua morte improvvisa, avvenuta a Lima il 30 luglio 2008, il vescovo emerito della Diocesi di Lima, mons. Panizza Richero, ha aperto la causa di beatificazione.
Leggi qui l’articolo di Roberto Laffranchini su Andrea Aziani pubblicato su “il Federalista” e qui l’articolo pubblicato su “il Sussidiario”.