Questo il titolo dell’incontro con Padre Giuseppe-Mauro Lepori organizzato dal Centro culturale della Svizzera italiana, mercoledì 6 ottobre alle 20 30 nell’aula magna dell’Univeristà di Lugano.
Dom Lepori – 57 anni nato a Canobbio – è Abate Generale dell’Ordine dei Cistercensi. Si laurea in filosofia e teologia presso l’Università di Friborgo. Anni molto importanti questi perché incontra Eugenio Corecco, professore di Diritto canonico all’Università e guida di una vivace comunità di studenti, nata dall’esperienza di Comunione e Liberazione.
La paterna amicizia di Corecco accompagna il giovane studente nei passi di maturazione che lo portano alla vocazione monastica e all’entrata nel 1984 nell’Abbazia di Hauterive. Lì la professione solenne nel 1989, l’ordinazione sacerdotale ed infine, assai giovane, la responsabilità di Abate nel 1994. Da Corecco eredita la sua straordinaria carità pastorale: quel dono a Cristo come pastore delle pecore responsabile di aiutare gli altri ad andare verso il loro destino.
Dall’elezione avvenuta nel 2010 ad Abate Generale quindi a massima autorità nell’Ordine cistercense, dom Lepori si è stabilito nella casa Generalizia a Roma e gira quasi il mondo intero. Infatti l’ordine monastico, fondato quasi 1000 anni fa in Borgogna, conta circa 2500 membri tra monasteri maschili e femminili sparpagliati in 4 continenti (salvo l’Australia).
Padre Mauro vive un profondo radicamento nella tradizione del proprio Ordine alimentata da una costante meditazione della Scrittura e dei grandi autori cristiani. Nello stesso tempo ha una percezione acuta della crisi dell’uomo contemporaneo e del suo struggente bisogno dell’incontro con la grande misericordia di Cristo.
L’Abate Lepori si è fatto conoscere con la pubblicazione di numerosi libri e articoli, con le sue conferenze e la predicazione di ritiri spirituali. È un uomo afferrato da Cristo, consapevole che in questo incontro fiorisce l’umano, perchè – come ha detto in una mirabile lezione al Meeting di Rimini – .noi “manchiamo a Dio più di quanto Lui manchi a noi”.